L’Oratorio della Santissima Trinità, situato nella parte alta di Arquà Petrarca, è un prezioso esempio di architettura religiosa e un luogo ricco di storia e tradizione. Le sue origini risalgono almeno al 1181, e nei secoli ha avuto un ruolo centrale nella vita della comunità, intrecciando dimensioni religiose, politiche, giuridiche e amministrative.
Insieme alla Loggia dei Vicari, l’oratorio faceva parte del centro decisionale del borgo. Qui, i nobili padovani che amministravano Arquà si riunivano per discutere le questioni del territorio, prima di concludere con una funzione religiosa. Anche Francesco Petrarca, che visse ad Arquà tra il 1370 e il 1374, frequentava questo luogo, partecipando alle adunanze cittadine e ai momenti di preghiera.
Oggi l’oratorio è uno spazio polifunzionale che ospita eventi culturali, mostre e matrimoni civili, mantenendo viva la sua vocazione di luogo di incontro per la comunità. Un percorso multimediale permette ai visitatori di approfondire la storia del borgo e del poeta, arricchendo l’esperienza di visita.
Un gioiello d’arte tra fede e cultura
L’edificio, a navata unica con tetto a capanna e travature a vista, conserva un patrimonio artistico di grande valore. Il polittico del 1370-1370, attribuito a Jacobello di Bonomo, raffigura Sant’Agostino benedicente, attorniato da sei santi e da dodici figure nel registro superiore. Si tratta di una delle opere più antiche e significative del borgo, oggi custodita in una teca per la sua conservazione. Visto che Sant’Agostino era il santo “preferito” del Petrarca e visto che nel periodo di esecuzione dell’opera il poeta era nel borgo, si dice che sia stato lui a suggerire al pittore di mettere al centro proprio lui.
L’altare maggiore seicentesco in legno intagliato ospita la pala
"La Trinità e i Santi Giuseppe, Francesco, Lucia e Margherita" di
Palma il Giovane (
1626), realizzata negli ultimi anni di attività del pittore, con evidenti influenze tizianesche e manieriste.
La mensa d'altare è impreziosita da un raro paliotto in cuoio con decori floreali e la figura del Cristo Redentore.
Curiosità: Questo materiale è molto originale, di solito, infatti, il paliotto era un drappo di tessuto che ricopriva il fronte della mensa d’altare. Poteva essere anche in raso, damasco o broccato, anche decorato da ricami o da parti dipinte, ma viene poi realizzato in materiale meno delicato e deperibile e quindi più resistente.
Altri affreschi trecenteschi, attribuiti alla scuola giottesca, testimoniano la grande stagione artistica vissuta dai Colli Euganei sotto la Signoria dei Carraresi. A sinistra dell'arco dell'abside si riconosce la figura di San Cristoforo, patrono dei viaggiatori, ed è ancora lui il protagonista di una suggestiva statua seicentesca in pietra dipinta con inserti in metallo.
Sulla parete di fondo campeggia il grande dipinto di
Giovanni Battista Pellizzari (
1620),
"La consegna delle insegne tra Antonio e Daniele degli Oddi", che documenta il passaggio di consegne tra due vicari di Arquà, sottolineando il ruolo amministrativo di questo luogo nei secoli passati.
Si segnala anche un’acquasantiera composta da un’urna preromana e da una colonna rinascimentale di trachite, assemblate attorno ai secc. XIV-XV.
Ancora oggi, l’Oratorio della Santissima Trinità è un punto di riferimento per la comunità di Arquà Petrarca e un luogo di grande fascino per i visitatori, in cui arte, storia e spiritualità si intrecciano in un’atmosfera unica nel cuore dei Colli Euganei.