George Gordon Byron, noto come Lord Byron, nacque il 22 gennaio 1788 a Londra, in una famiglia aristocratica segnata da scandali e difficoltà economiche. Dopo un’infanzia trascorsa tra l’Inghilterra e la Scozia, studiò a Cambridge, dove sviluppò il suo spirito ribelle e il gusto per la poesia. Divenne celebre nel 1812 con la pubblicazione di Childe Harold’s Pilgrimage, un poema ispirato ai suoi viaggi in Europa, che gli valse immediata fama e lo consacrò tra i grandi poeti romantici.
Tuttavia, la sua vita privata fu segnata da scandali e relazioni tumultuose, che lo resero un personaggio controverso nella società inglese. Nel 1816, dopo il fallimento del suo matrimonio con Annabella Milbanke e le voci di una relazione incestuosa con la sorellastra Augusta Leigh, Byron lasciò definitivamente l’Inghilterra, dando inizio a un lungo esilio che lo avrebbe portato a Svizzera, Italia e Grecia.
Giunto in Italia nel 1816, visse prima a Venezia, città che lo affascinò per la sua bellezza decadente e i suoi intrighi amorosi. Qui entrò in contatto con alcuni dei più importanti intellettuali italiani e si immerse nella cultura del tempo, approfondendo la sua conoscenza della lingua e della letteratura italiana.
Nel 1817, giunse nei Colli Euganei, dove soggiornò a Este e rimase colpito dalla storia e dalla natura del territorio. Non poteva che dedicare alcuni suoi versi ad Arquà Petrarca, il borgo in cui il grande poeta Francesco Petrarca aveva vissuto i suoi ultimi anni..
Nel 1821 si stabilì a Genova, dove scrisse alcune delle sue opere più celebri, tra cui il dramma Cain e il poema incompiuto Don Juan.
Ma lo spirito inquieto di Byron non poteva restare a lungo in un solo luogo. Nel 1823, animato da ideali di libertà e giustizia, decise di partire per la Grecia, dove si unì alla lotta per l’indipendenza dal dominio ottomano. Qui, a Missolungi, si ammalò gravemente e morì il 19 aprile 1824, a soli 36 anni.
Anche se trascorse solo un breve periodo nei Colli Euganei, l’Italia ebbe un ruolo cruciale nella sua vita e nella sua opera. Il suo amore per la cultura e la storia italiana traspare in molte delle sue poesie, e la sua figura rimane legata al mito romantico dell’artista ribelle e visionario, capace di lasciare un segno indelebile nella letteratura e nella storia.
George Gordon Byron nel Parco letterario